Di per sé, potremmo essere davanti all’ennesimo fantahorror, ma la verità è che Event Horizon è un prodotto assolutamente godibile per tutti... e ha inaspettati punti di contatto con Solaris e soprattutto Hellraiser!
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Mentre la “giocatrice” è stata stereotipata di recente, il “personaggio femminile” ha subito questa classificazione sin dagli albori del tempo. A partire dal mito.
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La distopia, fatta di controllo mentale, governi-ombra, IA che sostituiranno l’umanità al potere, diversità sociali sempre più profonde, è terreno fertile tanto per gli spauracchi dell’uomo moderno, quanto per i più maliziosi.
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“Il fantasy è il
nostro lavoro. La nostra mente è per metà sempre a Fantàsia, il
nostro cuore diviso fra mille mondi e personaggi immaginari.”
[cit.]
Scrittrici,
polemiche dell'ultima ora, fantasiste, creatrici di mondi
meravigliosi e personaggi controversi: questo e altro è la Spirale
di Stelle, un blog che si prefigge lo scopo di affrontare temi molto
vari, per lo più imprescindibilmente legati all'irresistibile mondo
del fantastico. Non aspettate però di trovarci solo recensioni e
lamentele sull'ultimo film uscito in sala! Ci saranno pensieri
personali, estratti dalle nostre opere, articoli per noi importanti e
aggiornamenti riguardo ai nostri progetti.
Il nostro mondo, in
un blog.
Fato: “Ciao, come
vi chiamate?”
L: “Perché? Cosa
ti importa? Non è importante il mio nome, è importante la mia
testa.”
E: “Sempre la
solita passivo-aggressiva... ci chiamiamo Spirale di Stelle.”
L: “Certo, ottima
risposta... genio.”
E: “Preferivi...
'Piacere, io sono Valira e lei è Nyrahim. Cioè, io sono anche Vain
in effetti...”
L: “Fato, la
prossima domanda.”
Fato: “Perché
'Spirale di Stelle'? Cosa sarebbe?”
E: “Una galassia.”
L: “Rieccolo il
genio.”
E: “È la nostra
galassia personale nell'universo di Fantàsia.”
L: “È la galassia
principale in cui ambientiamo i nostri racconti, la prima che abbiamo
concepito. Fantasy e un po' sci-fi, a seconda delle ambientazioni.
Più che altro fantasy...”
E: “La parte
mangosa tentiamo di eliminarla.”
L: “Questo non
dovevi dirlo.”
E: “Fato, prossima
domanda!”
L: “Non farmi il
verso!”
E: “Malmostosa.”
L: “No, non esiste
nel vocabolario.”
E: “Qui non siamo
in un vocabolario!”
Fato: “Mamma mia
quanto è difficile lavorare con 'sti autori... va bene ragazze, va
bene. Proseguiamo. Perché avete deciso di aprire un blog?”
E: “Fa parte del
processo per il self-publishing. Per farci conoscere.”
L:
“Fondamentalmente, per lamentarci in uno spazio privato.”
E: “Siamo state
ispirate.”
L: “Beh, è un
buon punto per dire quello che si vuole, come lo si vuole ed entrare
in contatto con altre persone. Il web è il punto di partenza giusto
per condividere le proprie idee, ed è importante farlo al giorno
d'oggi... in un mondo che sembra avere solo idee standardizzate...”
E: “E piuttosto
stantie.”
Fato: “Quindi voi
avete delle idee non standardizzate e non stantie? Non è un po'
arrogante crederlo?”
E: “Intanto
possiamo fregiarci di avere delle idee.”
L: “Idee
personali, è il quello il punto.”
Fato: “Quindi
tutto ciò che avete scritto è nuovo e mai sentito?”
E: “Assolutamente
no, ormai è impossibile fare qualcosa di completamente nuovo. Si
possono innovare determinati aspetti, contestualizzare i cliché in
modo diverso...”
L: “Sì, alla fine
tanto si gioca sulla capacità di innovare il contorno, perché gli
archetipi ormai sono noti e non se ne possono trovare di nuovi di
pacca. Se fosse possibile sarebbe più facile, forse...”
E: “...o forse no,
perché il timore verso il nuovo è sempre in agguato.”
Fato: “Quindi
siete scrittrici di fantasy e fantascienza, che affermano di non
avere idee originali...”
L: “Creiamo
mondi.”
E: “E personaggi.
E poi li facciamo muovere su trame semplici che, fino ad ora, sono
stati proprio i personaggi ad incasinare.”
L: “Questo ha una
resa un po' strana, molto vivida. Aiuta a non far percepire i
personaggi come finti, ma come qualcosa che esiste e che vive in modo
autonomo, almeno nei libri.”
Fato: “Non ho una
grande opinione degli autori emergenti, mi sembrate tutti uguali. Non
potevate propinare i vostri manoscritti ad un editore, piuttosto che
intasare il web con i vostri articoli, libri, parole...?”
E: “Ci abbiamo
provato...”
L: “L'editoria,
soprattutto in Italia, è snobbista verso gli emergenti. Ne pesca
alcuni, ne rigetta altri. Praticamente, rigetta tutti quelli che
rischierebbero di non essere davvero mainstream...”
E: “In realtà non
rischia proprio, è questo che manca all'Italia. Non rischia, non
pesca. Le case editrici pubblicano tantissimo estero e il poco di
italiano che si trova nelle librerie o è Licia Troisi, oppure si
tratta di autori italiani che si sono affermati con altri media,
parlo per esempio dei giornalisti, oppure... oppure hanno pubblicato
in formato ebook, hanno venduto tantissimo e allora gli editori si
azzardano a proporre loro contratti.”
L: “Voglio
chiarire che non siamo contro queste dinamiche, né siamo due
portabandiera dell'anarchia anti-case-editrici. Cerchiamo il modo di
ottenere voce, tutto qua. Riguardo a Licia Troisi, prima che qualcuno
fraintenda... non è che ce l'abbiamo con lei, io ho tutti i suoi
libri!, e in una certa misura ci piace. Il problema è il target
molto adolescenziale. È stata presa come esempio per dire che è
difficile che il fantasy e la fantascienza italiani vengano rivolti
ad adulti, con tematiche mature e un modo di scrivere non per
sedicenni. E comunque è un parere personale.”
E: “Beh, è anche
un dato di fatto. In Italia non esistono grandi nomi che scrivano
romanzi di fantasia per adulti. Ce ne sono pochi, e in genere
l'autore sparisce dopo aver pubblicato un solo libro.”
Fato: “Quindi voi
credete che...”
E: “No, magari non
saremo noi quel grande nome. Tuttavia, perché non provare ad avere
una voce? Il web ci mette a disposizione questa possibilità, la
sfruttiamo. Innanzitutto per passione... cioè, noi vogliamo fare
questo, vorremmo avere la possibilità di scrivere. E scrivere,
scrivere, scrivere. Per noi, per un giornale, per una casa
editrice... per gli utenti. Semplicemente per gli utenti, ma
scrivere.”
L: “Far cadere le
mensole altrui... le mie crollano sotto il peso di Troisi, Tolkien,
Clarke, Asimov, Jordan... chissà che prima o poi non crasherò i
kindle della nuova era di lettori, che hanno scaricato un nostro
ebook di troppo. Oddei, la prospettiva è divertente...”
E: “Accattivante...”
Fato: “A me voi
due continuate a non piacere, comunque... il web è libero, no? Buona
fortuna. Ma prima di chiudere questa specie di ridicola intervista,
un altro paio di domande.”
L: “Non vedevo
l'ora...”
E: “Sei ironica?”
L: “Sì.”
Fato: “Antipatica.
Dunque... genere preferito? Fantasy? Fantascienza?”
E: “Da scrivere o
da leggere?”
L: “O da guardare
o da giocare?”
Fato: “Siete pure
pedanti, bene. Partiamo con libri.”
L: “Inizia tu...”
E: “Manga.”
L: “Manga?”
E: “Io non ho un
genere preferito. Leggo di tutto, alterno Assassin's Creed a
Ozpetek... se devo rispondere per forza, rispondo genericamente
'manga', perché effettivamente è il genere di libri che leggo più
spesso e più volentieri.”
L: “Credo
intendesse libri libri... però vabbè. Per quanto mi riguarda, leggo
libri libri...”
E: “Anche manga,
parecchi.”
L: “Chiaro, però
i generi che leggo sono sempre quelli. Fatansy, sci-fi e horror. In
tutte le salse, davvero. Il fantasy mi rilassa perché mi è
familiare, la fantascienza è la mia terra delle scoperte e
l'horror... beh, è terapeutico.”
E: “Se riesci a
trovare quello scritto bene...”
Fato: “Ci provo:
qual'è il vostro libro preferito?”
L: “Lo so, lo so!
Farenheit 451 di Bradbury.”
E: “Non ce l'ho.”
Fato: “Passiamo ai
film.” E: “La Storia Infinita!”
L: “Credo che
intendesse prima di tutto il genere...”
E: “Ma ancora ci
provi, Fato? Ozpetek comunque.”
Fato: “Non è un
genere, è un regista...”
E: “È un genere.”
L: “I miei generi
preferiti sono fantasy, sci-fi e horror.”
Fato: “Non vi
sopporto più. Ma soprattutto tu, cosa cacchio scrivi di fantasy se
poi adori Ozpetek?”
L: “Ignoratemi
pure, eh...”
E: “È bravo! Non
è che devo scrivere di tutto quello che mi piace.”
L: “Su questo
concordo.”
E: “Poi un conto è
quello che ti piace vedere o leggere, un conto è quello che ti piace
scrivere. Non potrei mai scrivere un libro drammatico o un thriller,
non mi riuscirebbe.”
L: “Io mi sentirei
ridicola.”
E: “A me
annoierebbe molto.”
Fato: “Chiaro,
torniamo ai film preferiti.”
E: “La Storia
Infinita!”
L: “Non ce l'ho.”
Fato: “...”
E: “No, aspetta,
ce l'hai! Lady in the water... o in alternativa Immortal ad vitam.”
L: “Ah, giusto, mi
dimentico sempre...”
Fato: “Io mi
chiedo come si fa a dimenticarsi il proprio film preferito... siete
imbarazzanti.”
E: “Sì dimentica
anche quali biscotti non le piacciono...”
L: “Non è vero,
non mi dimentico! Mi confondo! Quali sono per la cronaca?”
E: “Le macine. I
tarallucci ti piacciono.”
L: “Ah, giusto...”
Fato: “Giochi. Vi
prego, passiamo ai giochi. Quali giochi vi piacciono?”
E: “Frozen Bubble!
Ho finito tutti i livelli!”
Fato: “Ma non
parlavi prima di Assassin's Creed?”
E: “No, quello mi
piace leggerlo...”
Fato: “Voglio
andarmene... proviamo con l'altra.”
L: “No, vabbè, ma
a me piacciono un po' tutti i generi di videogioco... soprattutto se
fantasy, sci-fi o horror.” Fato: “Le si è incantata la
puntina?”
E: “No, è solo un
po' monotona.”
L: “Vabbè, la
verità è che ho giocato a tantissime cose. Comunque i generi
preferiti sono quelli, ma cambiano se il gameplay è accattivante o
se ci trovo dentro qualcosa che mi interessa. Il problema (relativo)
è che sono una retrogamer... quindi mi piacciono molto gli arcade.
Il mio gioco preferito, comunque, è Super Smash Bros. Trovo che
Kirby con una spada laser sia impagabile, soprattutto mentre pesta a
sangue un pikachu.”
Fato: “Voi non
siete normali...”
L: “Non mi sembra
di aver mai affermato il contrario.”
E: “La normalità
è noiosa.”
Fato: “Lo diceva
anche il mio prozio. È stato uno degli ultimi rinchiusi in un vero
manicomio. Peccato che li abbiano chiusi, eh?”
L: “Chiederò che
ci assegnino un nuovo Fato, questo non mi piace. Sei irriverente.”
E: “Anche lui non
è normale. Ci sta bene nella banda... torna a trovarci!”
Fato: “No. Finirò
questa cosa e a mai più rivederci.”
E: “Ok, forse è
un po' antipatico...”
Fato: “Quindi,
cosa vi piace scrivere?”
E: “Fantasy.
Forever and ever nell'universo fino ai più oscuri meandri del
cosmo.”
L: “Ehee.
Difficile. Fantasy, per lo più, ma adoro le contaminazioni di
generi. Mi piacerebbe cimentarmi con la fantascienza, ma non mi sento
ancora in grado, nonostante io sia una grandissima appassionata. Ho
difficoltà a pensare le trame e i contesti, ma prima o poi supererò
questo scoglio. Invece, me la cavo bene con l'ambientazione e i
dettagli... in effetti, lei fa i dialoghi e io le descrizioni.”
E: “E risolvo i
problemacci. Alle quattro del mattino, in genere.”
L: “Fortunatamente,
per ora le cose se le appunta e non mi chiama in piena notte.”
E: “È la cosa più
ovvia da fare. Perché non dormire in due o prendere freddo in due?”
L: “C'è chi lo
fa, e lo sai bene...”
Fato: “Ci provo di
nuovo. Si riesce a sapere qualcosa di voi? Come vi chiamate, quanti
anni avete, studi, lavori...”
E: “Università
delle bagasce...”
L: “È
fraintendibile.”
E: “Perché,
scusa, qual'è l'altro significato?”
L: “Intendevo dire
che chi legge... lascia stare.”
E: “Stavo
scherzando, è ovvio. Non la ho fatta l'università. Tecnico chimico
biologico... utile giusto per avere una mente più analitica e
organizzata. E ho vent'anni.”
L: “Sei nata negli
anni '80, la vedo dura avere vent'anni...”
E: “Vabbè, Fato,
ma quando chiedi l'età la vuoi sapere conteggiando tutte le vite
passate o solo di questa?”
Fato: “Solo di
questa?”
E: “28.”
L: “23. Per
ora...”
E: “Eh sì, tutte
le persone hanno l'abilità di non cambiare mai l'età eh?”
L: “Intendevo dire
che ne ho più 24 che 23, vabbè. Sono del 1991 comunque...
praticamente abbiamo quanto? Cinque anni di differenza.”
E: “Io sono del
1986, un anno fantastico. È esplosa Chernobyl nel 1986.”
Fato: “Questo
spiega molte cose.”
L: “Lo dico sempre
anche io...”
E: “Oh, sì.
Coalizzatevi vi prego...”
Fato: “Altro che
volete dire di voi?”
L: “Sono
antipatica. Fondamentalmente antipatica e polemica. Solo con le
persone che conosco. Con le persone che non conosco, sono uno
zuccherino.”
E: “È vero. Però
la si può maltrattare come si vuole... è una persona interessante.”
Fato: “Perché si
può maltrattare?”
E: “Perché si
può.”
L: “...”
E: “Io invece
vediamo... farmacista, ossessivo compulsiva...”
L: “Fastidiosa,
categorica... la nota positiva è che è organizzata, e sopperisce al
disordine che regna nella mia vita.”
E: “Gridandole
contro e quindi maltrattandola.”
L: “Ecco, era
questa la parte fastidiosa.”
Fato: “Molto bene,
molto bene. Altro da dire?”
L: “No.”
E: “Mi piace
Ozpetek.”
Fato: “... inizia
a correre.”
E: “No, ma...
signor Fato, messer Fato... perché avete preso quell'Asse
Educativa?”
-Mai spezzati...- sussurrò chiudendo gli occhi. Anche nella morte, continuò a serrare le mani attorno all'impugnatura di Unico Cielo. Arma, amica, amore. Quella spada era stata tutta la sua vita, ed era stata onorata come meritava.
[cit. La Voce dei Caduti]
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