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martedì 17 febbraio 2015

La verità

Loki&Thor: Fratelli di Sangue
 Capitolo 5: La verità

La nebbia con cui si era annunciata Hela tardava a diradarsi. Nonostante la Regina di Niffelheim fosse ormai svanita dal palazzo reale di Asgard, il denso fumo grigiastro, greve di un odore di vecchio e di umidità, continuava ad aleggiare per la stanza del nuovo sovrano.
Loki espirò, un gesto che tradì tanto sollievo quanta preoccupazione. Alternò lo sguardo fra un punto e l'altro, come si aspettasse di vedere Hela emergere di nuovo dal buio. Attorno a lui non c'era altro che sfarzo, non accadde niente.
Il Mistificatore mosse un passo. Poi un altro, un altro, un altro ancora, in modo meccanico.
-Non più maestro di inganni...- sussurrò avvicinandosi al piccolo bacile di pietra incastrato in una pedana. Sedette sullo scalino, fissando gli occhi azzurri sulla superficie dell'acqua -Ma... cos'è Loki senza Thor?- mormorò stringendo i pugni e appoggiandoli alla fronte. Chiuse gli occhi.

Erano nel parco di Asgard. La giornata era piacevolmente calda, il cielo terso, il sole un punto brillante oltre le torri più alte e massicce del maniero della famiglia reale. Quel giorno, il loro saggio tutore aveva deciso di fare lezione all'ombra di una grossa quercia. Loki aveva cercato di imporsi attenzione, ma non c'era cosa detta dal vecchio che lui non conoscesse. Ogni parola dell'istitutore suonava già sentita, poco interessante, addirittura banale e adeguata soltanto a suo fratello. Poteva voler bene a Thor, ma sapevano entrambi che la sua mente poteva essere riempita soltanto di facili concetti. Questo lo doveva sapere anche il l'insegnante.
Il giovane Loki sospirò e afferrò un rametto, graffiando il terreno, strappando l'erba e incidendo la terra morbida.
-...perché non c'è nulla in tutto il Creato che possa esistere senza il suo opposto.- con pazienza, il maestro riprese la propria spiegazione, fissando lo sguardo intenso su Thor, che lo ascoltava corrucciato -È l'oscurità che definisce la luce. Il dolore che dà senso al piacere. L'assenza a renderci consapevoli della presenza.-
-Ma allora deve essere vero anche il contrario, maestro! Se l'oscurità definisce la luce, la luce a sua volta definisce l'oscurità.-
-Eccellente intuizione.- sorrise alla fine l'anziano, massaggiando l'accenno di barba -Loki, ti prego di prestare attenzione alla lezione.- quando lo ammonì, il ragazzo gli sferrò un'occhiata affilata e gelida -E non rivolgere quell'espressione rabbiosa al tuo maestro!- aggiunse sentendo l'irritazione montargli dentro. Con lentezza, Loki concluse l'ultima curva del cuore inciso sul terreno.
-Conosco già ogni idea cercherai di metterci in testa oggi.-
-Istruirvi è il mio...-
-Lavoro?- ironizzò il ragazzo -Ma certo.- lo sguardo divenne beffardo, il vecchio afferrò il bastone tenuto al fianco e scattò in piedi.
-Questa irriverenza è inadeguata per un principe, impara l'umiltà.- sbottò abbattendo la verga contro di lui. Loki sorrise e, come immaginava sarebbe successo, Thor afferrò il legno prima che potesse colpirlo.
-Questo non è in vostro diritto farlo.- la voce del guerriero si fece grossa -E non stava disturbando...- concluse con maggior esitazione, alternando lo sguardo fra suo fratello e l'istitutore.
-La sua attenzione mi è dovuta.- era esasperante avere a che fare con il giovane principe. Non c'era volta che non lo trattasse con sufficienza, volta in cui non tentasse di metterlo in ridicolo, volta in cui non si dimostrasse più arguto di ogni tranello dialettico in cui cercasse di trascinarlo.
-Sono sicuro che già conosceva gli argomenti della lezione...-
-I vostri genitori saranno informati di questo.- concluse il maestro strappando il bastone dalla presa di Thor. Scoccò un'ultima occhiata adirata a Loki e se ne andò.
Il Mistificatore tirò un profondo sospiro e si stese a terra. Incrociò le braccia dietro la testa e piegò una gamba, fissando il cielo azzurro intenso.
-Era ora che quel vecchio babbuino la piantasse con quelle scemenze.-
-Loki, ti costa tanto smettere di far incazzare quel vecchio?- sbuffò Thor andando a sedere all'ombra della quercia -Io quelle cose non le so, non mi saranno mai utili... ma mi interessano.-
-Te le posso spiegare anche io.-
-E quando? Quando non siamo insieme a fare lezione, tu sei con nostra madre a studiare e io dal maestro d'armi. Il poco tempo che ci rimane siamo così stanchi che...- si infilò le mani nei capelli, arruffandoli con fastidio -Non vedo l'ora che arrivi il nostro momento, presto potremo iniziare a guadagnare il rispetto che meritiamo, lavorando per Asgard... conosci Sif?-
-Chi? La guerriera bionda? Quella che se la tira solo perché maneggia la spada a due lame?-
-Lei. Ha due anni meno di noi, e già partecipa alle battaglie.- raccontò con ammirazione.
-Non elogiarla troppo... sta nelle retrovie.- il sorriso di Loki si fece sarcastico. Le poche volte che aveva visto Sif a palazzo, la ragazza aveva ostentato un atteggiamento a dir poco superbo. Si era goduta gli elogi di Odino, aveva raccontato le sue gesta come fosse. Gonfiandole, lo dicevano tutti, ma Thor aveva sete del campo di battaglia, desiderava farsi valere e quella Sif per lui non era che un esempio cui aspirare.
-Per chi era quel cuore?- chiese all'improvviso il guerriero. Loki si tirò a sedere, scambiando con lui uno sguardo imbarazzato.
-Per te.- rispose, facendo calare un lungo attimo di silenzio -Insieme a nostra madre, sei la persona a cui voglio più bene.-
-Anche io ti voglio bene fratello.- sul viso squadrato di Thor tornò il sorriso -Dopo la sfuriata che hai fatto contro nostro padre temevo...-
-Non è né colpa tua, né colpa di nostra madre. A voi voglio bene.-
-Dovresti volerne anche a lui, sono convinto che lui te ne vuole.- bofonchiò scrollando il capo.
-Non credo sia così. Odino non ha occhi che per te.- commentò Loki fingendo sarcasmo.
-Certo, e Frigga ne ha soltanto per te. Chi è che istruisce, eh? Me forse? Io sono il suo adorato figlio tonto.- scoppiò in una fragorosa risata, cui presto si unì anche suo fratello.
-Ma sei il guerriero che Odino voleva per figlio. E poi... io non sono suo figlio.- il Mistificatore tornò serio molto presto, stirando le labbra in un sorriso amaro.
-Non abbatterti.- Thor si tirò in piedi e andò a sedere vicino a lui. Gli diede una pacca sulla spalla -Non ha importanza cosa pensano di noi i nostri genitori. Tu sei mio fratello e finché saremo insieme, saremo una forza implacabile. Io il braccio, tu la mente. Chiunque fra me e te sarà scelto per salire al trono, saremo sempre l'uno il consigliere dell'altro. E lavoreremo insieme per la gloria di Asgard, daremo fasto a questo regno, più di quanto chiunque altro abbia mai fatto!-

Loki immerse le dita nel bacile, rabbrividendo al contatto con l'acqua fredda. O forse, a dargli quel brivido, era stato lasciarsi andare ai pensieri. Che ne era stato degli intenti appartenenti a quel passato che ricordava in modo così vivido?
-È la verità.- sussurrò -Sono indissolubilmente legato a colui che odio. Come lui lo è a me...- oscurità e luce si definivano a vicenda, esaltandosi, contrastandosi, ma mai distruggendosi. Il loro era un equilibrio costante, indissolubile -Solo la sua morte, o la mia, spezzerà il cerchio.-

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