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lunedì 16 febbraio 2015

Distopia: intrattenimento e complottismo

Originariamente apparso su Isola Illyon.

distopiacomplottismoeintrattenimentorollerball
Tipico film fracassone americano. Interessante perché introduce una situazione in cui le corporazioni al governo controllano ogni cosa.
Nella recensione di settimana scorsa di 2035: The Mind Jumper si è parlato anche di illusione sociale, di controllo sulla massa attraverso microchip e di governi-ombra, che nascondono la crisi dietro a grandi bellezze, ma detengono tutto il potere e tutta la ricchezza e li usano solo per sé. Abbiamo detto che 2035 ha lasciato delle domande in sospeso: quando le persone scoprono che la loro situazione è peggiore di quella che credevano, abbracceranno la verità o la negheranno? Combatteranno per rivelarla al mondo o la seppelliranno? La distopia è veramente “futuristica” o già bussa alle nostre porte? E i governi-ombra sono finzione… o realtà?
Da questi quesiti deduciamo non solo che siamo pieni di dubbi (e che io devo smetterla di farmi di funghetti 1up), ma che la nostra visione del futuro è sempre più negativa e che fantascienza e complottismo si alimentano a vicenda. Ciò accade grazie all’utopia (visione positivista del futuro), ma soprattutto alla distopia (visione negativista di quel che ci aspetta). Quest’ultima, fatta di controllo mentale, governi-ombra, IA che sostituiranno l’umanità al potere, diversità sociali sempre più profonde, è terreno fertile tanto per gli spauracchi dell’uomo moderno, quanto per i più maliziosi.
Durante gli anni Cinquanta e Sessanta il tema del controllo sociale è fiorito e si è affermato. Eravamo nel dopoguerra e in piena Guerra Fredda. La gente aveva una paura folle di un olocausto nucleare su scala mondiale, perché USA e URSS erano ai ferri corti, armate entrambe di quegli stessi ordigni che erano stati fatti esplodere in Giappone e le cui conseguenze ancora pesavano a livello morale, etico, sociale, culturale ed economico. Nel Sol Levante si arrivò a concretizzare le paure e le speranze con mostri giganti radioattivi come il caro Gojira (Godzilla, per i meno fan); in Occidente con robaccia fracassona come Rollerball.

distopiacomplottismoeintrattenimento1984
Prendi l’idea del Comunismo, portala all’estremo e ipotizza una società futura dove tutti ricalcano tutti gli altri: ecco 1984 e buona lettura (o visione)!
Contemporaneamente, si era affermato lo spauracchio del Comunismo e del controllo serrato che questo avrebbe portato se avesse vinto contro la “democrazia” statunitense. D’altro canto, con il Muro di Berlino tutta l’Europa dell’est era rientrata nell’orbita di influenza del Comunismo, che si era espanso anche in gran parte dell’Asia.
Nel 1947, poi, avvenne qualcosa di profondamente impressionante: se fino a quel momento gli avvistamenti di UFO non erano arrivati sulle testate giornalistiche e nei programmi radio, con il caso Roswell la situazione si capovolse e tutti dovettero fare i conti con la presunta nuova minaccia di una possibile invasione aliena. E non dimentichiamo il 1969, l’anno dell’allunaggio, che sembrò aprire infinite possibilità riguardo al viaggio spaziale (tanto che si ipotizzò che già nel 1999 si sarebbe stati capaci di viaggiare da un pianeta all’altro). Fra l’altro, credo proprio che fra le prime produzioni usate dai complottisti a loro favore, ci sia La Guerra dei Mondi. No, non il film con Tom Cruise e no, non il vecchio film del 1953. Intendo lo sceneggiato radiofonico tratto dall’omonimo romanzo di H. G. Wells e interpretato da O. Welles nel 1938. Quando l’UFO (o quel che era) di Roswell andò alla ribalta, molti videro ne La Guerra dei Mondi una sorta di anticipazione da parte di qualcuno che sapeva troppo: in sostanza uno dei primi casi di strumentalizzazione di opera di intrattenimento fatta dai complottari.
Infine, non meno importante, nello stesso periodo della Guerra Fredda e della paura del Comunismo, subentrò anche la consapevolezza che, sia i democraticissimi USA che i comunisti mangia bambini dell’URSS, svolgevano lo stesso genere di esperimenti/tortura su alcuni soggetti dotati di “poteri extrasensoriali”.

distopiaintrattenimentoecomplottismoessivivono
Essi Vivono: film a metà fra sci-fi e horror,. Qui gli extraterrestri si sono confusi con gli umani, per usarli come nutrimento. Nota di merito al make up accurato e d’effetto.
Tutto questo ha contribuito a sviluppare il terrore verso le possibilità di un futuro in cui un governo, più o meno nascosto, avrebbe esercitato un controllo sociale stringente – e questo rese la distopia sempre più “mainstream”. Mainstream al punto da alimentare le più fantasiose teorie del complotto. Sì, state leggendo bene, mi sto avventurando in territorio minato. Chiarisco subito la mia posizione: sia quel che sia, ai fini di una riflessione di questo tipo non importa come stiano davvero le cose e la mia idea riguardo ai presunti complotti mondiali non deve essere affrontata in questa sede.
Il punto è questo: dagli anni Cinquanta (con G. Orwell, per esempio, visto che il famoso 1984 è del 1949) è fiorita la distopia e contemporaneamente sono nate le teorie del complotto (a partire da dopo la Seconda Guerra Mondiale).
Ora lo spauracchio del New World Order, degli Illuminati, del Majestic 12, della Massoneria più cattiva di Cattivik si è diffuso, tanto che citando questi nomi chiunque sa almeno vagamente di cosa si parla, e anche film che non hanno nulla a che fare con il tema del complotto integrano queste teorie. Faccio un esempio recente: Interstellar, dove si dice che l’uomo non è mai andato sulla Luna – uno dei punti cardine per i complottari. Ma potrei citare anche Prometheus, che racconta di come l’uomo sia stato ingegnerizzato dagli alieni a partire dalle scimmie – punto cardine numero due. Poi, se si va indietro, si trovano altre produzioni più o meno famose, come Eyes Wide Shut, e più ci si avvicina agli anni Sessanta e Settanta (quando il cinema è esploso), più si riscontra un certo tipo di produzione molto attenta a questi argomenti – mi vengono in mente Essi Vivono e Visitors. Allo stesso tempo, la produzione letteraria è continuata in modo cospicuo. E poi sono arrivati altri film, e anime, manga, e videogiochi! E con i videogiochi, siamo ormai alla frutta, perché a questo punto la distopia e i temi del complottismo, veri o falsi che siano, sono davvero alla portata di tutti.
A questo punto però sarebbe interessante capire esattamente cosa ha alimentato cosa. L’immensa paura di controlli e apocalissi ha fomentato il fuoco del complottismo, o è il complottismo con le sue ricerche e i suoi sospetti ad esser stato convertito in intrattenimento?
E qua si conclude l’introduzione alla distopia, questo genere ormai iperpresente, ma il cui vero significato è stato perso.

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